pioggiafricana

Pubblichiamo l’ultima lettera della nostra amica Silvana, da otto mesi volontaria presso l’ospedale di Tshimbulu in Repubblica Democratica del Congo.

PioggiaCiao a tutti!!

Ogni tanto mi faccio risentire..il tempo corre e le stagioni si alternano anche qui! E’ finito il tempo delle piogge con un temporale fortissimo e affascinante. Ho pensato ai fuochi d’artificio, al gran finale e ai fuochi migliori che vengono lasciati per ultimo..ecco, qui è stata la stessa cosa, un gran finale di stagione, con luci e botti (e che botti!!), ma qui di artificiale non c’era assolutamente nulla, natura allo stato puro e per questo uno spettacolo autentico e bellissimo, senza togliere una sana dose di paura!!

La fine della stagione delle piogge mi ha ricordato quando sono arrivata qui a Tshimbulu, proprio con la prima delle tante piogge e tempeste che hanno reso vivo, fertile e abbondante questo tempo. Non solo dal punto di vista della natura, ma soprattutto di come ho vissuto questa lunga stagione, questi otto mesi. Le prossime piogge, alla fine di agosto, segneranno la mia partenza. E’ bello sentirmi legata anche così alla natura di questo posto, alla scoperta di un legame profondo con la terra, di una ricerca di semplicità e autenticità. Mi ritrovo spesso a riflettere su come questo tempo africano abbia stravolto una serie infinita di convinzioni, pensieri, sensazioni, idee, aspettative, desideri, conoscenze..ma forse tutto questo non è stato stravolto, ma in un contesto così “vero”, ha potuto trovare la giusta collocazione, il giusto valore. Non è sempre facile nè indolore ritrovarsi continuamente a mettere in discussione quasi tutto, dover ricominciare ogni volta da capo, a partire dal senso e dall’importanza del mio lavoro, passando per le relazioni, per certi lati del carattere che sembravano messi a posto una volta per sempre..è come se non ci fosse spazio per le finzioni, per i compromessi. Qui mi sento sempre più chiamata a dovermi guardare per quel che sono veramente e a guardare la realtà intorno con la stessa obiettività e lucidità. E’ sicuramente un anno speciale nella mia vita.

Il lavoro procede a pieno ritmo, in questo periodo l’ospedale è pieno, sia in pediatria per i tanti casi di malaria, che in medicina per i problemi più diversi. Ci sono persone che arrivano da lontanissimo, su mezzi di trasporto improbabili, come le biciclette attrezzate con una sedia (di paglia!) sul portapacchi o le moto su cui viaggiano almeno tre persone. Quando vedo questi mezzi di fortuna mi rendo conto della miseria della gente, di come il non possedere quasi nulla sia davvero reale.

Negli ultimi due mesi sono arrivate, in due occasioni diverse, due copppie di gemelli rimasti orfani. I primi avevano perso la mamma dopo due settimane dalla nascita e gli altri poche ore dopo essere venuti al mondo. La mamma aveva partorito in un centro di salute dove il personale non è attrezzato per gestire tempestivamente le complicanze durante il parto. E’ morta di emorragia in bicicletta mentre veniva portata in ospedale.. Questi bimbi sono arrivati in moto, con i loro corpicini minuscoli che si perdevano in tutti gli strati di stoffe in cui erano avvolti. Abbiamo subito recuperato del latte in polvere, dei biberon che teniamo di scorta per questi casi disperati e abbiamo vegliato su di loro come su dei tesori preziosi. Con i primi si è fermata la nonna, che adesso cerca di vendere qualcosa al mercato o di fare qualche lavoretto per contribuire alla spesa per il latte che è davvero molto caro. Il papà per il primo periodo comprava il latte e ogni tanto veniva a trovarli, ma è già parecchio tempo che non lo vediamo. Purtroppo uno dei gemelli arrivati in questo mese è morto. Era molto più piccolo dell’altro e non ha resistito. C’è una ragazza del villaggio che si occupa del solo rimasto e noi forniamo il latte necessario e speriamo che riesca a sopravvivere. Sono tutti ospitati al centro nutrizionale.

Ogni tanto mi fermo a guardarli (sono bellissimi…) e mi interrogo sul loro futuro, sulla vita che li aspetta e che è stata così dura fin da subito. E posso soltanto pregare per loro e credere che anche per loro c’è un avvenire di bene, di fiducia, di pienezza. Non è facile crederci, eppure forse è proprio questa la scommessa della fede e, ancora una volta, tutto è stravolto, o forse tutto trova il posto giusto.

Abbraccio tutti e ciascuno in questa caldissima domenica di maggio, tutti si riposano e anch’io faccio la mia parte..la stanchezza si fa sentire e la domenica è davvero un giorno benedetto!!

Buona settimana a tutti!!!

silvana

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