Sostegno a distanza
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Frequentare la scuola a Nampula, una delle più grandi città del Mozambico, è un lusso ed un privilegio, per il quale i bambini sono disposti a percorrere a piedi anche 10 km e più, ogni giorno. Le strutture scolastiche sono molto piccole e rare tanto che le lezioni sono suddivise in turni, dalla mattina alle 6.00 fino alla sera. Fuori dal centro cittadino capita anche che le scuole siano delle capanne di paglia e fango come, fino a pochi anni fa, a Momola.
Il sostegno a distanza tende a favorire l’istruzione e il sostentamento di bambini e ragazzi nullatenenti in Nampula o nel collegio dell’Aldeida da Esperança.
L’Aldeia da Esperança, tradotto Città della Speranza, è una struttura che accoglie ragazzi di strada ed orfani a Momola distante circa 20 km da Nampula. La sua inaugurazione è avvenuta nel Febbraio 2008: inizialmente frequentata da 15 ragazzi, ora accoglie fino a 45 ragazzi, che sono in parte sostenuti da voi e in parte dalla Parrocchia di Bareggio. Si tratta di un collegio (in portoghese Lar) dove i bambini vivono: studiano e giocano, dormono e vengono nutriti.
Il progetto dell’Aldeia da Esperança è molto ambizioso ed e’ stato fortemente voluto dall’allora Vescovo dell’Arcidiocesi di Nampula, Dom Tomè, poiché non vi sono altre strutture simili che accolgono i ragazzi abbandonati nella periferia di Nampula, che si trova nella foresta vicino a villaggi molto popolosi. Essa è quindi l’unico aiuto che viene offerto a questa parte di popolazione.
E’ in progettazione una nuova ala femminile del collegio che dovrebbe poter accogliere fino a venti bambine: si spera di poter completare l’opera entro l’anno in corso.
Poco distante sorge la nuova scuola di Momola che accoglie, oltre ai ragazzi del Lar, anche tutti gli studenti del luogo. Essa sostituisce quella ormai fatiscente, che aveva aule piccolissime e tetti paglia.
Le altre 30 ragazze e ragzzzi che sosteniamo, frequentano le altre scuole di Nampula, in gran parte piccole e anch’esse fatiscenti. Esse accolgono tantissimi studenti dai più piccoli, sei anni, ai più grandi, che frequentano le superiori. Ne è un esempio la scuola di Napipine, dove ci sono 10 aule per 2000 studenti. Per andare a scuola si fanno i turni: c’è chi comincia alle sei del mattino, chi alla sera. Per raggiungere la scuola, chi abita nelle periferie, arriva a percorrere anche 10 km a piedi ogni giorno. E non sempre con la pancia piena. Spesso le lezioni sono all’aperto. Il materiale scolastico, se va bene, consiste in libri vecchi e rovinati. I professori, spesso ragazzi giovanissimi che hanno appena finito o stanno finendo gli studi, hanno a disposizione non più che una piccola lavagna.
Per frequentare la scuola, in Mozambico viene richiesto pure di indossare una divisa, che per la famiglia rappresenta un elevato costo da sommare a quello che devono sostenere per il materiale didattico. Spesso i bambini non hanno cartelle ed è un lusso avere più di un quaderno o il libro di testo nuovo.
Ma i bambini mozambicani fanno di tutto per poter andare a scuola: c’è chi alla mattina studia ed il pomeriggio lavora nei campi, col padre, o fa da balia ai fratelli minori. Non sempre, poi, la famiglia può permettersi di pagare l’iscrizione a scuola: può capitare così che, i più grandi, un anno lavorano ed un anno studiano.
I sostegni delle ragazze e ragazzi di Nampula, sono stati seguiti fino al 2016 da Suor Deolinda e dal 2017 da Suor Filomena, entrambe suore diocesane dell’Irmãs de Nossa Senhora da Paz e da Misericórdia. I ragazzi ospitati all’Aldeida da Esperança, invece, sono stati seguiti fino al 2017 da Padre Domingos e da quest’anno da Padre Inacio. Con il ricavato si intende acquistare materiale didattico, divise e cancelleria: beni preziosissimi per uno studente.
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Come portare un aiuto immediato e concreto alla cittadinanza di Nampula?
Questa è la domanda che ha interessato tutti noi sin dal primo giorno in cui pensavamo all’associazione.
Come coinvolgere i Concorezzesi in prima persona?
Poi a contatto con la realtà Mozambicana ci siamo resi conto che il bisogno primario della popolazione, ma soprattutto dei bambini era il loro mantenimento e la loro scolarizzazione.
Come fare questo senza che lascino la famiglia e il paese in cui sono nati?
Nella certezza che i nostri concittadini avrebbero risposto con entusiasmo la risposta è venuta spontanea: il sostegno a distanza.
Perché “sostegno” e non “adozione” a distanza?
Perché il contributo non è utilizzato solo per il bambino o la sua famiglia, ma viene versato in un fondo che servirà anche ad altri bambini bisognosi che fanno parte del medesimo progetto.
Se si sostiene a distanza, ad esempio, un bambino che vive nell’Aldeia da Esperança, il tuo contributo servirà al sostentamento di tutti i bambini presenti in quella struttura.
Il bambino sostenuto a distanza sarà il tuo contatto con la realtà mozambicana: potrai seguire anno dopo anno i suoi progressi scolastici e la sua crescita.
Che cosa vi chiediamo?
Affinchè il sostegno sia completo, vi chiediamo un contributo continuativo di 250 euro annuali.
In alternativa è possibile contribuire con una donazione occasionale che comunque servirà ad integrare il fondo per il sostegno a distanza.
Come viene utilizzato il contributo?
Il 100% dei contributi che invierai verrà speso per il sostentamento e le spese scolastiche dei bambini coinvolti nei progetti. Poiché basiamo tutto il nostro lavoro sul volontariato, sia qui in Concorezzo che a Nampula, non ci sono spese amministrative.
Cosa ricevo come sostenitore?
Riceverai una cartella informativa con la foto del bambino a te assegnato, in cui si riportano i progressi scolastici e lo stato della sua famiglia. Per ora le informazioni si avranno una volta all’anno.
Posso inviare doni al bambino?
Inviare doni ai bambini è contrario alla nostra filosofia. Inviando un dono al bambino si rischia di causare disuguaglianze e gelosie tra bambini. Se desideri fare di più puoi partecipare alla nostra attività o darci un contributo.