Notte africana

Pubblichiamo una lettera della nostra amica Silvana che da due mesi sta svolgendo la sua opera di infermiera volontaria presso l’ospedale di Tshimbulu in Repubblica Democratica del Congo, nel cuore (veramente!) dell’Africa.

Buona sera a tutti!!!

Questa sera vi penso e mi piacerebbe fare due chiacchiere con ciascuno di voi, ma credo che nessuno si offenda se uso questo mezzo molto democratico per raccontarvi i miei primi due mesi in Congo.

Due mesi iniziano ad essere un tempo utile per farsi un’idea un po’ più ampia della reltà in cui mi trovo, per imparare a conoscere un po’ di più le persone, per andare al mercato o a messa e sentirsi chiamare per nome, per scambiare le prime parole in lingua locale..sono soddisfazioni non da poco, aiutano a sentirsi sempre meno estranei e sempre più accolti.

Le mie giornate sono intense e piene, in ospedale ultimamente mi sto occupando della farmacia, dell’acquisto e della distribuzione dei farmaci ai reparti e ai pazienti. Ma quello che cerco più di tutto è il contatto con le persone più che con le pastiglie, soprattutto con un occhio attento a come lavorano gli infermieri. E’ un compito difficile per me quello di controllare e dire cosa c’è che non va, ho sempre paura di offendere o di sentirmi superiore..vorrei davvero evitare di mettermi al di sopra di loro. C’è tanto da fare, soprattutto far capire l’importanza del lavorare bene e con serietà, della cura dei dettagli, dell’attenzione ad ogni persona. Mi confronto continuamente con una mentalità differente, un diverso modo di vedere le cose, a partire dalla vita e dalla morte, dal fare di tutto per salvare una persona che sta morendo. Questo confronto continuo mi porta a dover ritrovare ogni momento il senso del mio essere qui, del mio lavoro. Mi fermo spesso a pensare: ma oltre alla fatica e alla stanchezza che a fine giornata mi fanno crollare sul letto, qual è la forza che mi fa sentire al posto giusto, che mi rassicura, che mi consola..? Sento sempre tanto entusiasmo nel lavorare qui e nel vivere qui e in questo momento non vorrei essere in nessun altro posto!! Mi rendo conto che sto vivendo un’opportunità grandissima, che la ricchezza di questo tempo vince ogni stanchezza, anzi dà senso alla fatica e ai momenti di crisi che fanno la loro comparsa quando le energie vengono meno.

Dall’inizio del mese sono morti già quattro bambini, la causa principale è la malnutrizione, che si complica poi con la malaria e l’anemia grave. Non c’è molto da fare quando arrivano in ospedale già così compromessi e ogni volta è una sconfitta difficile da accettare. Devo imparare a far rientrare queste situazioni così dolorose nella “normalità” della vita, ad avere una visione della morte come parte integrante della vita..ma quando a morire sono i bambini le domande che nascono sono tante e immense.

Quando camminiamo per il villaggio sbucano bambini da tutte le parti e iniziano a chiamare “mutoke”, che significa bianco, e corrono e gridano di gioia..basta salutarli e dare loro la mano e sono felicissimi, ci seguono tutti insieme incuriositi e sorpresi, sono davvero uno spettacolo! E’ incredibile l’energia che hanno e che trasmettono, la voglia di vivere contagiosa che regalano quando ci si ferma un attimo con loro. Devo solo farmi prendere per mano e addentrarmi sempre più in questo posto bellissimo e vero, dove la gente vive duramente eppure ti accoglie e fa festa quando ti incontra. C’è così tanto da imparare!!

Venerdì scorso è iniziata la campagna elettorale, il 28 novembre infatti ci saranno le elezioni per scegliere il presidente del Congo. La speranza del cambiamento nella guida del Paese è molto forte, c’è una grande aspettativa che crea fermento e vivacità tra la gente.

Nel frattempo qui è calata la notte, Bob Dylan canta in sottofondo insieme ai grilli.

Vi abbraccio con affetto e gratitudine, vi auguro giornate belle e ricche!!

Grazie per la vicinanza!

Buonanotte, silvana.

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