12 Ago 2007

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Domenica 12 agosto 2007
A Johannesburg un altro volo breve ci aspetta: è il volo che ci porterà in Mozambico.
E’ un giallo capire che ore sono: il fuso orario e l’ora legale ci disorientano un po’.
Una volta capito che ore sono, abbiamo anche realizzato che è il caso di sbrigarci a fare il check-in.
Tutti gli orari aerei vengono rispettati. E meno male perché gli incastri sono incredibili.
Ho promesso un voto 9 alla SAA se a Maputo troviamo le valigie che abbiamo consegnato a Francoforte. I bagagli arrivano, e la SAA incassa un giudizio eccellente.
A Maputo dobbiamo fare il visto ed un po’ di coda.
Ad aspettarci c’è p. Riccardo che è operoso come una formica e con dei guizzi da gazzella ci imbarca in quattro e quattr’otto.
In una manciata di minuti p. Riccardo ha sbrogliato una bega alla dogana, ha fatto il check-in e pagato l’addizionale mozambicana.
Sistemati rapidamente i conti, ci si saluta.
Il volo è stato infatti anticipato di 2 ore e mezzo.
Non c’è nemmeno il tempo di lasciargli le penne (!) da dare a Giannina.
Lui però ci dà un pacchettino da portare a Nampula.
Il servizio aereo (ed accessorio) del Mozambico si può considerare dignitoso e viene svolto con quello che hanno (siamo in Africa).
Il volo non è diretto e prevede 3 scali.
Da Maputo arriviamo a Beira.
Durante il volo ci vengono dati un panino al formaggio ed una caramella mou nella tipica scatoletta di cartone ed un bicchiere di bibita (teneri!!!).
Dopo un breve pit-stop si riparte per Quelimane.
Durante il volo ci viene offerto da bere. Anche a Quelimane viene fatto rifornimento, mentre cerco ripetutamente di chiamare Giovanni. Ma non ci riesco. Gli mando quindi un sms. Partenza per Tete.
In volo ci viene offerto uno snack. Durante i voli nei cieli mozambicani si scorgono delle colonne di fumo salire da terra. Si vola bene, ma la domanda più ricorrente è: “ma la pista, dov’è?”.
Ultima breve sosta con i “soliti riti”. Certo che sono davvero in tanti a lavorare dietro ad un volo aereo.
Ultimo decollo del weekend.
La prossima fermata è il capolinea e si scende definitivamente: Nampula.
Nel frattempo c’è il tramonto seguito rapidamente dal buio. E’ un buio molto buio! Dall’aereo si vedono solo alcuni focolari. Poi le luci della città. Nampula è sotto di noi e noi la stiamo quasi raggiungendo.
I voli mozambicani sono stati buoni. Tutti gli aerei erano affollati.
Nei bagagli a mano qui ci si spreca. Alcuni viaggiatori di un breve volo sono abbastanza chiassosi: sarà che voglio pennicare un po’, sarà che sono proprio dietro la nostra fila di sedili…
Ma il volo è breve e per fortuna scendono alla prima fermata.
Finalmente i miei piedi toccano il suolo di Nampula: dopo 7 voli devo ammettere che ne ho un po’ piene le tasche di aerei.
Per un po’ potrò farne a meno, affidandomi per gli spostamenti alle ruote ed ai piedi.
Recuperato il bagaglio, usciamo dall’aeroporto ed incominciamo a smanettare con i cellulari per contattare gli amici che verranno a prenderci.
Un bimbo mi avvicina e mi chiede canet. Vuole una penna per scrivere. Io gli dò una matita.
Giovanni risponde ad un mio sms. “Aspettate arriviamo”. Poche parole che tanto ci tranquillizzano.
Giovanni ed Amançio sono arrivati a prenderci con un pick-up. Ci portano da loro a mangiare e dormire alla Fondação Teresa Regolo a Marrere.
Facciamo tappa da Giannina che è ancora a Nampula e domani ritorna a Maputo.
Le abbiamo lasciato le penne (!) e le sementi.
La copia di “passos” (tracce) con in copertina don Giussani mi è rimasta nella borsa.
Lasciata Giannina percorriamo la strada realizzata con il Contributo di Concorezzo. E’ buona. Arrivata alla casa dei medici incontriamo Miguel (cozinheiro) ed il figlio Nunzio.
Ceniamo e poi nelle camere.

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