18 Gen 2007
Giovedì 18 Gennaio
Con Dom Tomè e Padre Paolo andiamo dalle suore del monastero Mater Dei, un ordine spagnolo che qui pratica una clausura “attiva” nel senso che possono ricevere visite dall’esterno ma non possono uscire (almeno così abbiamo capito). Il monastero è poco fuori Nampula, dietro l’aeroporto, all’interno di una foresta ricca di acqua sotto un monte roccioso che io e Roby abbiamo scalato e da dove c’era una vista impagabile su Nampula e l’Africa.
( photos)
1 Gennaio 1970
Note: To see the pictures in the original Picasa album, click here
La superiora Madre Juliana è stata insieme a Dom Tomè responsabile della denuncia riguardo a sparizione ed uccisione di bambini di Nampula da destinare al commercio internazionale di organi. Anche su internet si trovano diverse notizie a riguardo anche a seguito dell’uccisione di una suora brasiliana che era tra le testimoni più importanti dell’inchiesta. Principali indiziati una coppia di bianchi, lui sudafricano, lei danese che attraverso la loro residenza vicinissima a Mater Dei ed all’aeroporto avevano buon gioco nell’organizzare rapimenti e spedizioni. Questo accadde nel 2004 e la notizia arrivò anche in Europa, in Italia ci fu un’inchiesta su “Il Resto del Carlino”, ed a seguito di questo vennero rimossi molti responsabili della polizia locale, di ambasciate europee sia in Mozambico che in Sudafrica dove poi venivano praticati gli interventi chirurgici. Di fatto però praticamente nessuno pagò con il carcere e purtroppo Dom Tomè ci confessa che secondo lui il traffico è già ripreso anche se in maniera meno evidente. Sapevamo già di questo orribile traffico ma sentirlo raccontato di persona ed essere sul luogo dove veniva praticato ci riempie tutti di una grande tristezza.
Visitiamo la Casa Maria di Nazareth dove le suore ospitano orfani dai neonati a 13enni con alle spalle storie di infinita miseria, veniamo accolti con un canto che ci commuove e che alla fine prevedeva la stretta di mano di benvenuto a noi ospiti, molti di loro mi hanno guardato diritto negli occhi, penso che non scorderò facilmente i loro sguardi. Regaliamo loro delle bolle di sapone che Felice aveva portato dall’Italia: è una grande festa! Chiediamo per la possibilità di promuovere adozioni a distanza ma qui opera già la fondazione di donna Teresa con adozioni in Portogallo.
Rientriamo in arcivescovado per il pranzo dove assaggiamo un formaggio prodotto dalle suore di Mater Dei, è tipo un primo sale ma ci sembra abbia un gusto particolare, forse però è solo un’impressione data da quello che abbiamo vissuto durante la mattinata.
Nel pomeriggio andiamo con Padre Emilio a vedere l’officina meccanica della diocesi dove servirebbe un meccanico esperto per insegnare il motore, mentre ci sembra che i due ragazzi presenti siano già dei buoni carrozzieri vedendo come hanno sistemato un fuoristrada.
Andiamo poi dai fratelli di Madre Teresa di Calcutta che sono presenti solo dal 2003 e non sono ancora operativi con opere sociali in quanto per il momento hanno realizzato solo la loro casa, la cappella, mentre la struttura che accoglierà gli anziani soli della città verrà terminata presto. Ci accomodiamo, ci viene offerto da bere (prima di presentarci – come da tradizione africana) e poi passiamo alle presentazioni che possono avvenire in inglese perchè è la lingua ufficiale del loro ordine religioso, poi sorrisi, strette di mano in un clima sereno e rilassato.
Diversa la realtà delle sorelle di Madre Teresa dove Padre Emilio ci porta poi: Suor Kira (?) che è Polacca, ci dice che sono praticamente in tre suore con 90 bambini da 0 a 5 anni! I bambini, pur non avendoci mai visto, ci saltano letteralmente in braccio, vogliono che teniamo loro la mano, evidentemente hanno un tremendo bisogno di contatto fisico. La suora tossisce continuamente ma allo stesso tempo ride come una ragazzina, ci mostra la cappella dove non c’è da sedersi perchè loro si stendono a terra per pregare, veniamo a sapere poi che non hanno nemmeno la lavatrice perchè l’estrema povertà che impone il loro ordine non lo permette. Non hanno molti rapporti con la chiesa locale e con il vescovo ma sembra che a loro vada bene così. Ancora oggi mentre sto scrivendo questo diario mi chiedo come possano farcela, ma forse è una di quelle cose che si spiegano solo con la fede.
Rientrando in arcivescovado facciamo un giro per Nampula per vedere l’ospedale centrale, le scuole statali, alcuni terreni della diocesi.
( photos)
1 Gennaio 1970
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A cena siamo ospiti delle suore diocesane di Maria della Pace e della Misericordia, un ordine religioso Mozambicano nato durante le guerre per cercare di offrire un minimo di assistenza alla popolazione. Prima però celebriamo la quotidiama S.Messa, animata dalle suore con canti e strumenti a percussione. Durante la celebrazione Dom Tomè rivela la ricorrenza del 9° anno di ordinazione episcopale. Le suore decidono di improvvisare una festa e noi corriamo a casa a prendere il libro sui Ccatari di Concorezzo che avremmo voluto regalargli prima della partenza. Prima di cena abbiamo anche una mini-riunione con le suore che potrebbero prendersi in carico le adozioni a distanza visto che nei loro collegi ci sono spesso bambini che non sono in grado di pagarsi la retta e che quindi non possono ricevere nemmeno un’istruzione di base. Suor Diolinda, che parla bene l’italiano e sembra essere smart, seguirà direttamente il progetto. Con l’occasione lasciamo loro anche 200Euro per riattivare la connessione ad internet ora scaduta.
La cena è una festa, loro intonano i loro canti tradizionali ed improvvisano scenette teatrali umoristiche, noi cantiamo alcune canzoni popolari italiane e balliamo insieme a loro. Nel pieno della festa telefoniamo anche al nostro sindaco Antonio per un saluto con Dom Tomè e Padre Paolo ma nella confusione il dialogo è stato molto stringato. Doniamo anche a Padre Paolo il libro su Concorezzo “Un volo nel tempo” e la serata si chiude con i saluti, con la speranza che lo spirito di fratellanza e condivisione assaporato a pieno possa continuare grazie al progetto del gemellaggio.
Che giornata, senza dubbio la più intensa!