Roby – Ritorno in Mozambico
Pubblichiamo un resoconto di Roberto Lissoni scritto durante il viaggio in Mozambico tra Settembre e Ottobre 2010
Sono stato a Nampula nel 2007 con i colleghi ed amici amministratori comunali di Concorezzo in occasione del gemellaggio con l’Arcidiocesi di Nampula di Dom Tomé Makhweliha. Un viaggio breve di 10 giorni ma intenso e pieno di emozioni che mi ha lasciato un forte desiderio di ritornarci.
Così è stato e dopo tre anni e raggiunta la pensione, sono partito per Nampula per la mia prima esperienza di lavoro e di conoscenza della terra africana. Sono partito con Il Dottor Valera Giovanni chirurgo volontario presso l’ospedale di Marrere e l’insegnante, anch’essa in pensione, Anna Maria Valera. Come prima esperienza avevamo deciso io e Anna di fermarci solo un mese per verificare i progetti in atto e conoscere eventuali esigenze. Tutti i partecipanti a questa splendida missione fanno parte dell’associazione Lado a Lado Onlus di Concorezzo (www.ladoalado.brianzaest.it) che con il contributo di famiglie e volontari stanno sostenendo 54 bambini negli studi oltre che finanziare progetti per l’ospedale di Marrere e l’Aldeia da Esperança.
In questo spazio mi preme particolarmente parlare dell’Aldeia che ho visitato con Dom Tomé e Anna e l’incontro con i ragazzi che hanno il sostegno da parte delle famiglie di Concorezzo.
Così dopo alcuni giorni e concluso il lavoro di progettazione di una ristrutturazione di un capannone da trasformare in aule didattiche, fatto con il cooperante belga François de Groote sono andato con Anna e Dom Tomé a Momola a visitare l’Aldeia.
Quando arriviamo ad accoglierci ci sono 5 ragazzini e una signora mozambicana (probabilmente una cuoca) che ci danno la mano e ci salutano calorosamente. Incontriamo inoltre Padre Pio, un prete italiano ex parroco in pensione di una parrocchia di Milano, che ha scelto di vivere una ulteriore esperienza in Mozambico. Ha uno sguardo semplice ed accogliente. Chiama Dom Tomé Sua Eccellenza e un po’ mi fa vergognare perché noi gli diamo del Tu.
Padre Pio dice di essere qui da Marzo e gli facciamo un po’ di domande sui ragazzi e ci racconta come è organizzata l’Aldeia. Ci sono più di venti ragazzi che vivono qui e vanno nella scuola pubblica di Momola poco lontana. Si lamenta del fatto che i ragazzi dormono in letti a castello che sono poco protetti da zanzariere con il rischio quindi di prendere la malaria. Per questo ci fa notare che sono in corso i lavori di ampliamento del dormitorio.
Con Dom Tomé visitiamo il cantiere dell’Aldeia femminile poco distante. La costruzione è in avanzato stato di esecuzione e la parte del dormitorio e servizi, finanziata dalla Caritas Antoniana di Padova, verrà ultimata entro il corrente anno. Qui Dom Tomé espone il suo progetto molto ambizioso ma interessante quello di costruire una cittadella sul tipo di Don Zeno Saltini e ci propone di aiutarlo a finanziare il completamento dell’opera, interessando anche la parrocchia di Concorezzo. I ragazzi e le ragazze che qui vivranno, alterneranno la scuola con il lavoro.
E’ chiaro che a Dom Tomé questo progetto gli sta a cuore e che ci crede, lo vedo molto entusiasta e ci coinvolge nella discussione lasciandosi andare in discorsi sulle possibilità future di questa idea che sta nascendo.
L’incontro con ragazzi adottati dalle famiglie di Concorezzo e molto toccante. Ci accolgono con un canto di benvenuto scandendo i nostri nomi e chiamandoci “Zio”. Ci sediamo sotto il gazebo Suor Deolinda con delicatezza li invita a presentarsi e a parlare di se e dei loro sogni. Alla fine della conversazione se ne vanno e tornano cantando in emakua MACHELELE , MACHELELE, MACHELELE.
Ognuno di loro ha in mano un dono che ce lo offre. Ci riempiono di arachidi, uova, anacardi, biscotti, galline e lavoretti in paglia. Incontriamo poi anche i parenti e con l’aiuto di suor Deolinda riusciamo a comunicare. Attraverso noi ringraziano tutte le famiglie di Concorezzo per il sostegno che diamo ai loro ragazzi che così possono frequentare gli studi. Si vede dai loro visi che sognano un mondo migliore, magari non per loro ma per i loro ragazzi. Anche noi sogniamo un mondo migliore per tutti e che non si possa più parlare di povertà e miseria ma di uguaglianza.
Roberto