13 Gen 2007

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Sabato 13 Gennaio

( photos)
1 Gennaio 1970

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Nella notte in aereo si è ancora parlato con Padre Paolo, si cerca di cominciare a capire qualcosa ma la prima volta in Africa devi solo guardare e assorbire il più possibile. Abbiamo visto il sole sorgere sull’Africa: tipo l’inizio de “Il Re Leone”.

All’arrivo a Maputo (ore 11.00 locali) siamo accolti da un caldo torrido, cominciamo a grondare. Padre Riccardo, un dehoniano che si occupa dell’accoglienza a Maputo, era ad aspettarci e subito si prende cura di noi. Anche Giannina Cereda, concorezzese di nascita, era ad attenderci, lei è la direttrice di una scuola cattolica a Maputo (26 insegnanti – oltre 500 ragazzi) ed è laica nella congragazione di secolari francescani. Consegnamo il libro su Concorezzo “Un volo nel tempo” con la dedica “Ad una concorezzese che rende grande Concorezzo nel mondo. A nome di tutta la cittadinanza un grosso grazie”. Col pick-up di Padre Riccardo andiamo per il pranzo dai dehoniani, Felice e Giovanni sono sul cassone coi bagagli. Per strada ci arriva come uno schiaffo l’immagine di Maputo: la bidonville, le baracche, i militari, la via delle ambasciate. Dai dehoniani incontriamo sorella Edvige che forse sostituirà a breve Giannina alla guida della scuola e Fratello Pietro che insieme a Padre Riccardo ha in carico l’accoglienza a Maputo. Il prenzo è ottimo: pasta al pomodoro, pollo alla diavola con patate, insalata, frutta, caffè, ammazzacaffè. Nel pomeriggio dobbiamo già ripartire per Nampula, stiamo ancora un po’ insieme a Giannina e poi ci imbarchiamo sul volo della locale Air Corridor. Cominciamo a vedere con occhi diversi, a porci interrogativi sul nostro modello di vita occidentale, sulla dignità dei locali, su noi stessi.

Scalo intermedio a Beira, città sulla costa posta sulla foce di un fiume. Facciamo giusto 4 passi nella pausa tra un tramonto imminente ed un paesaggio tipico africano.

Ripartiamo ed arriviamo a Nampula, siamo in pochi sull’aereo, sono le 7.40, è già buio e forse per la prima volta avverto in aeroporto un clima più famigliare, tipico della città di provincia (Nampula è comunque la seconda città del Mozambico). Ad aspettarci c’è il Dr.Bosco ed un autista del vescovo. Da quello che vediamo dai finestrini, Nampula non è che sia un posto da girare a piedi di sera….

Il vescovo Dom Tomè ci accoglie a casa sua, io e Davide (i più giovani) siamo destinati in una casetta nel boschetto del parco, gli altri sono in camere più lussuose (sempre rispetto agli standard africani ovviamente) all’interno della casa. C’è un caldo molto umido, grondiamo dal sudore ma ce la facciamo. La cena è ottima, assaggiamo anche dei gamberetti saporitissimi, ma ci viene detto che è una cosa straordinaria solo per la prima sera. Con Padre Paolo e Dom Tomè ci presentiamo come i rappresentanti di un piccolo comune con modeste risorse a disposizione, ma allo stesso siamo brave persone (questo sarà un motivo ricorrente per tutta la permanenza) e vogliamo decidere insieme cosa possiamo fare.

Doccia (fredda ovviamente) e a nanna.

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